22 Ottobre 2023

PSA: evoluzione della situazione e nuove disposizioni ministeriali

(Di Giada Battaglia)

Purtroppo, un’altra positività è stata confermata dall’IZS di Lombardia ed Emilia-Romagna, sezione di Pavia, il 27 settembre in un allevamento da riproduzione sito nel comune di Pieve Del Cairo (113PV001), situato in zona di sorveglianza e quasi al confine con il Piemonte. La positività è conseguente ad approfondimenti diagnostici effettuati su suini deceduti il giorno prima in azienda e prontamente segnalati dal veterinario aziendale che, tuttavia, in base alla sintomatologia non facevano sospettare la presenza di PSA.

A fronte dell’esito favorevole delle visite dei giorni precedenti, alcuni suinetti erano stati spostati verso un allevamento di svezzamento della provincia di Mantova, nel quale sono state prontamente effettuate le necessarie indagini epidemiologiche, che hanno dato esito negativo. Ciò ha confermato che non ricorrono le condizioni per dichiarare la presenza di focolaio a Mantova. Tuttavia, è stato comunque disposto il “depopolamento” preventivo dell’allevamento. Al contempo, la Regione Lombardia ha disposto, che stante la situazione epidemiologica, venga ripristinata l’attività di sorveglianza intensificata nelle province ad alta densità: a partire dai carichi successivi a lunedì 2 ottobre, per i territori di Bergamo, Brescia, Città metropolitana di Milano, Valpadana, fatto salvo quanto previsto in caso di sospetto, gli allevamenti, in occasione delle movimentazioni da vita e da macello, sono sottoposti a visita clinica, con verifica andamento mortalità, nelle 24 ore precedenti il primo carico, da ripetersi ogni 72 ore e ad accertamenti diagnostici su campioni di milza (3 morti recenti) da effettuarsi nelle 72 ore precedenti il primo carico, da ripetersi ogni 72 ore.

Nei giorni successivi, il Ministero della Salute ha emanato l’attesa nota con le indicazioni operative per la designazione degli stabilimenti e sulle deroghe per la certificazione, al fine di assicurare l’attuazione armonizzata su tutto il territorio nazionale delle misure previste dal Regolamento di esecuzione 2023/594. Con la nota “Peste suina africana (PSA). Indicazioni e schemi decisionali per rilascio delle autorizzazioni in deroga ai sensi del Regolamento (UE) 2023/594” il Ministero ha fornito un quadro generale del modello di funzionamento degli strumenti di designazione macelli e deroghe alla movimentazione di animali, carni suine, prodotti a base di carne compresi i budelli, e sottoprodotti (SOA) previste dal legislatore comunitario; ha dettagliato i criteri con i quali effettuare le valutazioni del rischio che, a livello locale, devono essere condotte per la loro attuazione.

Il Ministero ha sottolineato, inoltre, che la designazione dei macelli e la concessione delle deroghe devono avvenire mantenendo l’equilibrio tra la necessità di assicurare la prosecuzione delle attività produttive delle aree colpite dalla malattia e quella di mantenere inalterato il sistema di garanzie sanitarie dell’intero sistema nazionale rispetto ai Paesi Terzi. Il 22 settembre la presenza del genotipo 2 del virus della PSA (quello rilevato in Italia continentale) è stata confermata in un piccolo allevamento di Dorgali, in Sardegna. Ed è stato lo stesso responsabile dell’Unità di progetto, Giovanni Filippini, a ricordare che negli allevamenti isolani un tale evento non si verificava dal 2018, quando gli ultimi focolai furono individuati in Ogliastra e in Barbagia, ed estinti con il massimo rigore. A seguito di ciò, l’Italia ha istituito una zona soggetta a restrizioni, comprendente una zona di protezione e una zona di sorveglianza, formalizzata dalla Commissione con la Decisione di Esecuzione (UE) 2023/2393.

“La Peste Suina Africana è comparsa nel Nord Italia all’inizio di gennaio 2022; da allora si è fatto poco o nulla, e il virus si è propagato. Oggi è a rischio la filiera suinicola italiana, che dà lavoro a 30 mila persone, dunque occorre agire subito. Come ASSICA abbiamo sempre portato il tema all’attenzione delle Autorità, tramite l’esposizione dei tanti problemi e dei numerosi rischi per un settore strategico; abbiamo anche presentato diverse case history: da quelle di successo, come il Belgio, dove l’emergenza è stata gestita egregiamente, fino alla Polonia, molto più problematica. Finora non abbiamo avuto risposta, ma adesso non c’è più tempo”, ha dichiarato il Presidente di ASSICA, Pietro D’Angeli.

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