30 Aprile 2023

Un piano industriale del Green Deal per l’era Net-Zero

(di Michele Spangaro)

Il Piano parte con la considerazione che questo decennio sarà decisivo per limitare l’aumento delle temperature globali e per compiere i passi necessari a raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050. La sfida da affrontare è complessa, ma l’azione di contrasto alla crisi climatica è un’opportunità unica per investire nell’economia decarbonizzata e nell’industria dell’energia pulita.

Il nuovo piano industriale, insieme al piano d’azione per l’economia circolare, definiscono il quadro per la transizione ecologica dell’industria europea, inserendosi nel percorso avviato con il Green Deal e portato avanti con il pacchetto Fit for 55% e con il piano REPowerEU. L’idea di fondo è quella di assicurare all’industria europea la leadership nell’economia dell’era Net-Zero, investendo prima e più velocemente degli altri, per assicurarsi nuova e buona occupazione, riduzione dei costi per le persone e imprese, rinnovamento delle basi della produzione e una posizione privilegiata per supportare la decarbonizzazione in altre parti del mondo.

Attualmente, l’Europa è un importatore netto di tecnologie a energia zero, con circa un quarto delle auto elettriche e delle batterie e quasi tutti i moduli fotovoltaici e le celle a combustibile importati soprattutto dalla Cina. La Commissione rileva, tuttavia, che in altri settori, dove l’industria dell’UE è ancora forte, come le turbine eoliche e le pompe di calore, la bilancia commerciale si sta deteriorando e che i produttori dell’UE sono confrontati con i venti contrari dell’aumento dei costi dell’energia e dei fattori di produzione.

Allo stesso tempo, le tecnologie a energia zero sono sempre più al centro di forti interessi geostrategici e di una vera e propria corsa tecnologica a livello globale: l’Inflation Reduction Act degli Stati Uniti mobiliterà oltre 360 miliardi di dollari entro il 2032; i piani di trasformazione verde del Giappone mirano a raccogliere fino a 20.000 miliardi di JPY (circa 140 miliardi di euro) – attraverso obbligazioni di “transizione verde”; l’India ha proposto il Production Linked Incentive Scheme per aumentare la competitività in settori come il solare fotovoltaico e le batterie; anche il Regno Unito, il Canada e molti altri Paesi hanno presentato i loro piani di investimento nelle tecnologie a zero emissioni.

Le proposte della Commissione UE

Allo stesso tempo la Commissione ha presentato altre due proposte fondamentali per la competitività industriale:

  • Critical Raw Materials Act. Una legge sulle materie prime critiche per diversificare gli approvvigionamenti e riciclare le materie prime per ridurre la dipendenza europea da forniture altamente concentrate in paesi terzi, promuovendo posti di lavoro di qualità e crescita dell’economia circolare, facilitare l’estrazione, la lavorazione e il riciclaggio, garantendo elevati standard ambientali e una continua ricerca e innovazione per ridurre l’uso di materiali e sviluppare sostituti a base biologica;
  • Riforma del mercato elettrico. Nel 2022 la capacità produttiva di energia eolica e solare rinnovabile nell’UE ha superato i 400 GW, con un aumento di oltre il 25% rispetto al 2020. La riforma punta a un’accelerazione massiccia e al potenziamento delle energie rinnovabili, dell’efficienza energetica e della riduzione del consumo energetico, alla riqualificazione e al miglioramento delle competenze della forza lavoro. Viene rimarcata anche l’importanza cruciale di un quadro regolatorio sulle batterie e della regolazione dell’Ecodesign per prodotti sostenibili, oltre all’importanza delle infrastrutture.

In questo contesto, tra le azioni annunciate nel Piano industriale Green Deal del 1° febbraio 2023, il Net Zero Industry Act mira a istituire un quadro di misure per l’innovazione e l’aumento della capacità di produzione di tecnologie a zero emissioni nell’Unione, al fine di sostenere l’obiettivo dell’Unione per il 2030 di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990 e l’obiettivo di neutralità climatica dell’Unione per il 2050 e di garantire l’accesso dell’Unione a un approvvigionamento sicuro e sostenibile di tecnologie a zero emissioni, necessario per salvaguardare la resilienza del sistema energetico dell’Unione. Per conseguire tale obiettivo, il regolamento contiene misure volte a garantire:

  • che entro il 2030 la capacità di produzione nell’Unione delle tecnologie strategiche a zero emissioni elencate nell’allegato I si avvicini o raggiunga un parametro di riferimento pari ad almeno il 40% del fabbisogno annuo di diffusione dell’Unione per le tecnologie corrispondenti necessarie per raggiungere gli obiettivi climatici ed energetici per il 2030;
  • a libera circolazione delle tecnologie a zero emissioni immesse nel mercato unico.

Il regolamento stabilisce un quadro di riferimento costituito da sette “pilastri”:

  • Facilitare gli investimenti e sostenere l’innovazione per le tecnologie a zero emissioni – Si mira a sostenere i progetti strategici Net Zero snellendo i processi amministrativi e di rilascio dei permessi, nonché incentivando i cluster industriali a emissioni zero;
  • Ridurre le emissioni di CO2 – Si propone un obiettivo a livello dell’Unione da raggiungere entro il 2030 per la capacità di iniezione annuale nello stoccaggio di CO2 e si prevedono misure per la sua attuazione. Per raggiungere tale obiettivo, si prevede un’azione coordinata a livello dell’Unione per sostenere gli sforzi a livello nazionale;
  • Facilitare l’accesso ai mercati – Azioni volte ad accelerare gli investimenti nelle tecnologie a zero emissioni. Questo obiettivo viene raggiunto innanzitutto attraverso misure volte ad aiutare le autorità pubbliche a creare e mantenere una domanda pubblica stabile di tecnologie a zero emissioni. Incluse misure volte a garantire altre forme di sostegno pubblico alla domanda privata;
  • Promuovere una forza lavoro adattabile e migliorare le competenze – Creazione di meccanismi per progettare e distribuire le competenze necessarie in modo da rispondere efficacemente alle esigenze delle industrie a tecnologia zero sia a livello europeo che locale. La proposta prevede che la Commissione sostenga la creazione di accademie specializzate in materia di competenze, che collaborino con gli Stati membri, l’industria, le parti sociali e gli enti di formazione per progettare e realizzare corsi di istruzione e formazione per la riqualificazione e l’aggiornamento dei lavoratori richiesti dalle industrie a zero emissioni. Inoltre, la Piattaforma Net-Zero Europe che sarà istituita guiderà il lavoro delle accademie e faciliterà la trasparenza e la portabilità delle competenze, la mobilità dei lavoratori qualificati e la corrispondenza tra competenze e posti di lavoro;
  • Sostenere l’innovazione – Strumenti regolamentari per testare tecnologie innovative a zero emissioni in un ambiente controllato per un periodo di tempo limitato;
  • Governance – Creazione di una struttura unica a livello dell’Unione, la Piattaforma Net-Zero Europe, che consentirà alla Commissione di coordinare le azioni di cui sopra insieme agli Stati membri;
  • Monitoraggio – Disposizioni uniformi che consentono di monitorare le catene di approvvigionamento per seguire i progressi rispetto agli obiettivi fissati, verso il raggiungimento dell’obiettivo di stoccaggio della CO2 e l’applicazione del regolamento stesso.
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